C'era una volta il prezzo del gas a 10 €/MWh...
La crisi energetica, iniziata in sordina nell'autunno del 2021 con la riduzione dei flussi di gas naturale spot offerti da Gazprom Export sulla nota bacheca virtuale e poi sfociata nella guerra aperta tra Russia e Ucraina, ha contribuito a cambiare strutturalmente gli equilibri del supply mix europeo.
In questo contesto l'LNG ha iniziato ad assumere un ruolo chiave nel soddisfacimento dei bisogni di flessibilità del sistema gas, lasciando allo stoccaggio seasonal il proprio ruolo di tradizionale volano tra avanzo estivo e domanda termica.
Senza la pretesa di voler spiegare completamente un fenomeno e assumere una posizione dogmatica in un ambito di grande complessità vi propongo un'analisi che sembra confermare un paio di "sensazioni" già avvertite empiricamente da molti insider.
Il grafico presentato mostra la correlazione su base settimanale tra lo scostamento della giacenza negli stoccaggi europei ed il prezzo del TTF in anni relativamente "normali" dal punto di vista della sana evoluzione dei fondamentali e del loro impatto sul prezzo (escluso quindi il 2021 ed il 2022).
Interessante notare, confermatemi se vedete quello che vedo io, che dalla seconda metà del 2023 la pendenza delle curve e quindi la sensibilità dei prezzi allo scostamento dei valori di giacenza, è aumentata (vedi n.1). Allo stesso modo evidentemente anche il livello di prezzo è strutturalmente cambiato (vedi n.2) ma tale cambiamento è ascrivibile al peso dell'LNG nel supply mix, discorso che merita altra analisi e altra discussione.
Detta così sembra la "scoperta dell'acqua calda" ma se il pattern n.1 venisse confermato anche nelle prossime letture e per tutto il 2024, si potrebbe azzardare una considerazione inferenziale che sancisce un rapporto solido tra certe variazioni nel livello di giacenza e certe variazioni del livello di prezzo, ovviamente a parità di altre condizioni (leggasi in periodi di relativa stabilità degli altri fondamentali...).
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