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Prezzi di mercato e news: l'irrazionalità che guida le dinamiche del settore energetico

Negli ultimi anni, il mercato energetico ha mostrato una crescente sensibilità alle informazioni e alle aspettative che esse generano. Esploriamo insieme come si è evoluta questa relazione, osservando gli eventi recenti.

In tempi non sospetti, quando potevamo beneficiare dei flussi di gas via pipeline provenienti dalla Russia, il mercato energetico risultava quasi del tutto refrattario alle questioni politiche e geopolitiche globali, sempre che non riguardassero ambiti molto specifici. In particolare, nel corso degli ultimi anni il crollo delle forniture di gas dalla Russia e la parziale sostituzione con l'LNG ha cambiato il volto del mercato energetico europeo, con conseguenze profonde non solo sullo stato attuale del mercato ma anche sulle meccaniche che ne governano le dinamiche di base.



L'anno in corso rappresenta il ritorno di fatto ad una situazione di relativo equilibrio rispetto al periodo 2020-2023, costellato da alti e bassi che hanno marcato indelebilmente la memoria di chi a vario titolo era coinvolto. La nuova normalità incorpora variazioni significative ed a più livelli: primo fra tutti il mix di approvvigionamento, ormai bilanciato da flussi di LNG che in volume sono pressoché comparabili a quanto importato via tubo. Di fatto, l'attuale rilevanza della rigassificazione rispetto ad altre fonti di approvvigionamento introduce un primo elemento differenziante che collega il mercato europeo a questioni di respiro globale, soprattutto grazie all'ampia opzionalità di destinazione offerta dalle navi metaniere non vincolate a contratti di lungo termine. Grazie a questo, ad esempio, il meteo in Asia diventa una questione anche europea (i flussi di navi metaniere si muovono infatti su scala globale attratte dalle destinazioni che offrono una maggiore marginalità) e rientra a pieno titolo nel set di driver rilevanti per il mercato del gas naturale.


Un altro elemento differenziante ma complementare al precedente, è la naturale perdita di stabilità causata dalla drastica riduzione dell’import di gas naturale via pipeline dalla Russia, forma di approvvigionamento un tempo decisamente rilevante e, soprattutto, con un pricing meno esposto a variazioni. La funzione normalizzante esercitata da quest'ultimo elemento sul mercato del gas europeo ha cominciato ad affievolirsi già poco prima dell'inizio del conflitto in Ucraina per poi scomparire del tutto nel corso del 2022, determinando, insieme ad altre concause, un periodo che ricordiamo come "crisi energetica".


Dopo la fine del 2022 ci è stato consegnato un mercato che, metabolizzati gradualmente i nuovi assetti, resta particolarmente volatile e molto più esposto di prima alle aspettative sui fondamentali e dunque alle informazioni e alle news che li riguardano. L'unica fortuna, si fa per dire, per la bolletta energetica europea è che la domanda di gas naturale e di energia elettrica si è contratta strutturalmente dal 2020 in poi, se così non fosse stato probabilmente oggi avremmo anche prezzi decisamente più alti o, nella peggiore delle ipotesi, frequenti razionamenti di materia prima.


… Ma se volessimo rispondere alla domanda: quanto volatile ?


Potremmo partire ad esempio dall'analisi di ciò che è accaduto nel corso del secondo semestre di quest'anno per avere la percezione di quanto il mercato del gas naturale sia sensibile a news che suggeriscono, anche solo lontanamente, variazioni dell'equilibrio tra domanda ed offerta, influenzando le aspettative degli operatori di mercato.



Nel grafico una rappresentazione in chiave storica del prezzo del PSV (benchmark del gas naturale in Italia) rispetto a quanto accaduto in concomitanza di eventi di estrazione geopolitica (evidenziati in verde) e rispetto a news (evidenziate in rosso) riguardanti improbabili accordi di sostituzione del gas naturale russo, che ancora oggi transita attraverso il territorio ucraino verso l'Europa, con gas di origine Azera.


Le fasi impulsive che hanno caratterizzato il corso del mercato non sarebbero da notare se avessero una consistenza dal punto di vista dei fondamentali (di tutto ciò che direttamente influisce sulla domanda e sull'offerta). Di fatto, in tutti i casi evidenziati, si tratterebbe invece di movimenti costruitisi più su base emotiva che su base razionale, le aspettative che muovono normalmente i mercati future in questo caso non si sono basate affatto sull'attenta valutazione del merito.


Pur riconoscendo che quanto accaduto e rappresentato sia una caratteristica ormai acquisita del mercato, con cui chi è abituato a valutare i possibili scenari su base razionale deve necessariamente scendere a compromessi, è importante tenere presente che questo genere di volatilità non sembra essere passeggera. Uno dei motivi che mi porta a fare questa considerazione riguarda la sovrapposizione di quanto brevemente descritto ad un'altra dinamica di lungo termine che è rappresentata dal crescente grado di finanziarizzazione del mercato. Sul mercato sono infatti oggi attive nuove categorie di operatori (es. Hedge Funds) tendenzialmente interessate a scopi prettamente speculativi e che prediligono un posizionamento basato su elementi decisionali non centrati sui fondamentali ma piuttosto sulle informazioni di mercato in senso lato (soprattutto dal punto di vista del merito contenutistico).


 
 
 

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