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La crescente dipendenza dei prezzi elettrici da fattori climatici

Solo recentemente è stato risollevato un tema già noto ma poco dibattuto che rappresenta il rovescio della medaglia delle politiche energetiche europee orientate al rinnovabile. Il sistema di mercato che attribuisce un prezzo all'energia elettrica inizia ad incorporare anche il valore della flessibilità che risolve commercialmente il "problema" immediato del mancato apporto delle fonti rinnovabili in caso di situazione meteorologiche avverse.


Il quadro meteorologico durante quest’ultimo mese ha riservato alcune sorprese che hanno influenzato il mercato in modo marcato. La seconda settimana di novembre, particolarmente fredda e associata ad una bassissima ventosità, ha messo in luce alcune pecche del sistema elettrico europeo (in primis quello tedesco), sempre più esposto all’alea del clima per la crescente penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili.

Quando alla condizione di tensione causata dalle temperature di diversi gradi al di sotto della media (quindi con una domanda di energia elettrica e gas per uso civile particolarmente spiccata) si è aggiunta la scarsità nell’apporto di generazione elettrica da fonti rinnovabili non programmabili, si sono verificati rialzi generalizzati nei prezzi elettrici in tutta Europa. In particolare, in condizioni di bassa ventosità e temperature rigide durante le prime settimane di settembre e poi ancora a novembre, i mercati hanno subito rialzi significativi diretti ed indiretti, ad esempio sulla media settimanale del prezzo PUN tali rialzi hanno raggiunto anche punte di 30 €/MWh.

Elaborazione Bros Energy, scostamento della produzione FNRP (FR, DE, IT) vs. PUN


Al di là del valore informativo immediato di un simile pattern, che ci fornisce un riferimento per l’entità di eventuali scostamenti di prezzo in situazioni simili anche nel futuro, è importante sottolineare che sino ad alcuni anni fa l’impatto delle fonti rinnovabili non programmabili e, di conseguenza, dei fattori climatici sul prezzo elettrico, non era affatto così marcata.

Il futuro che ci attende in uno scenario di maggiore incidenza delle FRNP nei mix di generazione di diversi paesi europei, se da un lato risolve le istanze delle politiche ambientali europee, dall’altro porta con sé il germe della volatilità e dell’esposizione sempre maggiore al rischio meteorologico.

La capacità del sistema elettrico di mantenersi in equilibrio dipenderà in larga misura dalla capacità dello stesso di rispondere in modo efficiente alle oscillazioni legate alla produzione di fonti rinnovabili non programmabili. In un sistema di mercato l'unico modo per "pagare" la flessibilità connaturata alla generazione programmabile, sia essa termoelettrica o idroelettrica, è attraverso uno schema di prezzi crescenti, almeno fino a quando la generazione di fonti rinnovabili non programmabili non sarà stabilmente sovrabbondante (in tutte le ore dell'anno) rispetto al fabbisogno. Detto così sembra quasi che più rinnovabili significhi prezzi più alti e non prezzi più bassi...

 
 
 

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